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giovedì 6 marzo 2008

Beni immateriali in azione

BENI IMMATERIALI IN AZIONE
sonorità, testimonianze e voci del presente

Nell'ambito della X Settimana della Cultura: una festa per tutti promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali

il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari

Istituto Centrale per la Etnoantropologia
in collaborazione con il

Network per la tutela del patrimonio immateriale

organizza la manifestazione

BENI IMMATERIALI IN AZIONE
sonorità, testimonianze e voci del presente
domenica 30 marzo 2008, dalle 10.00 alle 19.30, a Roma presso il presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, in Piazza Marconi 10

In occasione della creazione dell’Istituto Centrale per la Etnoantropologia, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, diretto da Stefania Massari, in collaborazione con il Network per la Tutela del Patrimonio Immateriale, promuove una giornata - nell'ambito della X Settimana della Cultura: una festa per tutti promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - dedicata al confronto con portatori di tradizione, artigiani, musicisti, associazioni e rappresentanti di comunità locali di varie regioni italiane, che offriranno al pubblico il loro contributo volontario e gratuito per testimoniare il valore e l'importanza del patrimonio immateriale.

Sarà dato ampio spazio alle testimonianze di quanti vivono e operano all’interno delle comunità e sono impegnati direttamente nel mantenimento e nel rinnovamento della tradizione.

Un incontro all’insegna del diritto di parola, di canto, di suono e di danza. Un invito aperto a chiunque abbia a cuore il futuro di una parte importante dell'identità culturale del nostro Paese, per discutere dei problemi relativi alla salvaguardia dei beni immateriali.

Un evento unico dove sarà possibile ascoltare, negli spazi museali, il suono di arpe popolari, zampogne, ciaramelle, tamburelli, organetti, strumenti musicali effimeri e chitarre battenti.

Lungo l'arco della giornata, inoltre, sarà presentato la Fujara, strumento tipico della Repubblica Slovacca inserito nella Lista UNESCO dei capolavori del patrimonio immateriale.

Un ringraziamento particolare all'Ambasciata della Repubblica Slovacca e all'Istituto Slovacco di Roma.


Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Marconi 8 – Roma (EUR)
Trasporti: 30 Express, 170, 714, 791, Metro B fermata Eur Fermi
info: edesimoni@beniculturali.it



Partecipanti

REPUBBLICA SLOVACCA
Drahomir Dalos (Fujara)

BASILICATA

Luigi Milano (Arpa popolare lucana)
Lucia Corbo
Rocco De Rosa
Giuliana De Donno (Arpa popolare lucana)
Massimo Monti (Liuteria - arpe popolari)

Associazione Ethnos
Graziano Accinni, Franco Accinni

Associazione Gli Amarimai
Giovanni Romagnano, Idelma Brunone, Antonio Conte, Selio Cantiani, Giovanni Darago, Barbara Lombardi
Dalila Lombardi, Manuel Lombardi, Barbara Paoliello, Mara Petrocelli, Egidio Tucci
Associazione Gruppo Suoni
Leonardo e Francesca Riccardi

Associazione per il turismo sostenibile Hobo Sapiens

Associazione Totarella
Pino Salamone, Pino Altieri, Antonio Arvia, Paolo Napoli, Saverio Marino
Domenico Miraglia

Rappresentanti della comunità albanese del Pollino

CALABRIA

Massimo Cusato, Massimo Diana

Demetrio Bruno e i suonatori di Cataforio

CAMPANIA

Luca De Simone, Gennaro De Simone, Anastasia Cecere, Sara Tarantino

LAZIO

Le Donne di Giulianello
Viviana Colandrea, Virginia Giordani, Auria Marchetti, Nazarena Maurizi, Morena Pasquali
coordinate da Raffaello Marchetti

Gabriella Aiello

Museo delle Tradizioni Musicali della Campagna Romana
Alessandro Mazziotti
Marco Tomassi, Matteo Assennato, Bianca Giovannini, Riccardo Lucantoni
Marco Cignitti

Associazione La Piazza
Giuseppe Pontuali, Simone Colavecchi, Gabriele Modigliani, Sara Modigliani

Raffaele Mallozzi

Massimo Berretta
Raffaello Simeoni
MOLISE

Circolo della Zampogna di Scapoli
Antonietta Caccia, Guido Iannetta, Andrea Di Fiore, Mauro Gioielli, Lino Miniscalco, Achille Porfirio, Emanuele Rufo, Ivana Rufo, Walter Santoro

PUGLIA

Antonio Piccininno (Cantore di Carpino)

Francesca Chiriatti

Associazione Culturale Carpino Folk Festival
Luciano Castelluccia, Antonio Basile, Michele Ortore, Alessandro Sinigagliese

Associazione Pizzicata
Carlo Trono

SICILIA
Pietro Cernuto, Francesco Salvadore

TOSCANA

Archivio video della Commedia dell’Arte
Enzo Aronica, Luciano Brogi

UMBRIA

Suonidumbra
Barbara Bucci, Marco Baccarelli, Lorenzo Salvatori, Franz Albert Mayer

Interverranno inoltre

I pellegrini abruzzesi al Santuario del Divino Amore di Roma

Organizzazione
Emilia De Simoni
(Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari)

Barbara Terenzi, Giuseppe Torre
(Network per la Tutela del Patrimonio Immateriale)

Assistenza tecnica
Stefano Sestili, Simonetta Rosati

Assistenza logistica e organizzativa
Luana Spilinga

Uffici stampa
Antonio Basile - A.C. Carpino Folk Festival
info@carpinofolkfestival.com
Giulia Pigliucci, Sabrina Regno – Associazione di’Dee
mailto:di’Deecomunicazione.add@libero.it 06 70 30 94 98

Comunicazione Web

GalloItalica (Saverio Romeo)
Pizzicata ( Carlo Trono )
LucaniArt (Maria Pina Ciancio)
VivereGratis

Riprese audio e video
Pietro Silvestri
Giorgio Tupone
coordinamento: Stefano Sestili

Associazioni sostenitrici
Centro Studi Lucani nel Mondo
Associazione LucaniArt
Associazione Molisani Forche Caudine
Rivista La Perla del Molise
Associazione Musicale abruzzese DisCanto
La Casetta di Cioccolata
Teatro di Nascosto/Hidden Theatre

Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Marconi 8 – Roma (EUR)
Trasporti: 30 Express, 170, 714, 791, Metro B fermata Eur Fermi
info:
edesimoni@beniculturali.it

sabato 24 novembre 2007

La Totarella



Totarella è il nome attribuito dalle genti del Pollino all'oboe popolare ad ancia doppia. E' lo strumento che accompagna - in molte esecuzioni - la zampogna a chiave lucana, ed in quanto tale viene costruita e accordata con la zampogna alla quale si accompagna (sol+; fa+; 3 palmi, ecc...), pertanto, ogni pezzo è un strumento assolutamente unico.

La Totarella ha sette fori anteriori ed uno posteriore (a differenza delle ciaramelle del centro Italia che hanno 8 fori)

Spesso è utilizzata - anche come strumento solista - in accoppiamento con un'altra totarella - di maggiori dimensioni - che funge da basso.

I legni usati sono gli stessi della zampogna a chiave del Pollino: erica, bosso, albicocco e - soprattutto - ulivo nell'area del Pollino.

In ogni caso, la tradizione vuole che il legno sia tagliato in inverno (gennaio febbraio) e solo rigorosamente durante i periodi di luna mancante. In tal modo, infatti, la quantità di linfa presente nel legno è al suo minimo annuale.

Il legno, poi, è conservato in luogo asciutto e a riparo dalla luce diretta per almeno tre o quattro anni.

giovedì 25 gennaio 2007

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sabato 2 dicembre 2006

martedì 28 novembre 2006

Costruzione delle ance doppie per l'oboe popolare


Il primo problema da risolvere, nella costruzione delle ance per l'oboe popolare (totarella, ciaramella, zampogna ad ance doppie, ecc...)), è la selezione delle canne.

A questo proposito alcuni anziani costruttori consigliano di tagliare le canne a gennaio/febbraio in giornate senza luna (in effetti, in quei giorni, le canne hanno un minore contenuto di linfa).

Per la stagionatura le opinioni variano molto (dipende dalla zona di costruzione, dall'altitudine, dal tasso di umidità, ecc...) Alcuni consigliano di farle stagionare per 6 mesi, altri addirittura per 5 anni; tutti consigliano di farle stagionare in un luogo ombreggiato e asciutto, alcuni, di sigillare gli estremi con pece, cera, ecc...., altri, di far stagionare le canne solo dopo aver tolto la parte esterna (con carta vetrata o un pezzo di vetro).

Quali canne? In genere si tratta di canne comuni (Arundo Donax) di "sesso" maschile, ma i costruttori parlano spesso di "Canne Marine" canne, cioè, che crescono in prossimità del mare.

Famose (in Molise e nel Lazio) sono le canne della zona di Terracina (nel Lazio), poi, quelle lucane (del metapontino), le sarde e le siciliane.

Su quali canne tagliare, tra quelle presenti nel luogo di raccolta, si potrebbe scrivere un libro.

Molti sconsigliano di raccogliere quelle presenti ai margini del "cespo", quelle troppo esposte al sole o troppo in ombra. Il criterio dovrebbe essere quello di raccogliere canne che non abbiano subito forti escursioni termiche.

Una volta in possesso delle canne stagionate, occorre lavorarle.

Utensileria minima necessaria: un coltello affilatissimo (es. mozzetti da innestatore), lamette/taglierini o bisturi, carta vetrata di grana molto sottile, tubicini di ottone/rame, spago, resine vegetali (anche qui si varia molto, ma in genere si usa quella di conifere, pece, oppure semplice Vinavil).

In realtà, i costruttori tradizionali dispongono di utensili costruiti ad hoc: sgorbie, lame curve, supporti, ecc...

La dimensione dell'ancia (e quindi della canna da tagliare) dipende dal tipo di ciaramella sulla quale la vuoi montare (molisana, laziale, totarella lucana, pipita, ecc...) e dal tipo di intonazione che le vuoi dare.

In particolare, l'intonazione della ciaramella, la sua capacità di sbavare o meno le note e la quantità d'aria richiesta per suonare le note alte e quelle basse, dipende dalla lunghezza e dalla larghezza in testa dell'ancia (oltre che dalla lunghezza e dal diametro interno del corpo della ciaramella)

In generale, la ance doppie per ciaramella sono lunghe tra i 5 ed i 7 centimetri (tubicino compreso) e larghe in testa tra 1 e 1,5 centimetri.

Pertanto, le canne da utilizzare dovrebbero avere un diametro esterno compreso tra 1.8 e 2.4 centimetri.

Lavorazione:

La canna deve essere divisa in 3 striscioline larghe 2/4 mm in più della larghezza che vuoi dare alla testa dell'ancia, e lunghe 10/15 centimetri.

Appena ottenute le striscie di canna, le metti in acqua appena tiepida per 30 min/1 ora e poi incidi (con una lametta a punta o, meglio, con un bisturi) la metà della parte INTERNA della strisciolina fino a farla in 2 pezzi (qui occorre la mano ferma di un chirurgo).

Bimbi non provate a fare queste cose.

A questo punto, a partire da circa la metà di questi due segmenti, asporti due triangoli di canna dai suoi due lati, in modo da ottenere una sagoma simile all'ancia finale.

Elimina (con molta cautela) la parte interna della metà superiore della canna con una sgorbia tonda (io uso anche dei tubicini di vari diametri con la testa molto molto ben affilata) fino ad asportare anche la sezione del corpo della canna che contiene i canali linfatici (li riconosci guardando in sezione la canna).

A questo punto, la canna dovrebbe essere (in testa) quasi trasparente e pronta ad essere montata sul tubicino.

venerdì 24 novembre 2006

La surdulina nell'area del Pollino



La surdulina o "karamunxia" dell'area del Pollino è un aerofono a sacco di probabile origine balcanica (albanese), dalle dimensioni significativamente più ridotte della zampogna caratteristica di quell'area.

E' caratterizzata da un doppio chanter a canne cilindriche ad ancia semplice, zeppatura del chanter sinistro e dalla lunghezza del bordone che è maggiore di tutte le altre canne.

La zeppatura del chanter sinistro permette - caso unico rispetto alle zampogne dell'Italia centro-meridionale - di produrre lo staccato e le pause, che connotano il repertorio.

E' strumento solista, occasionalmente accompagnato da tamburello ed altri idiofoni.

Frequentemente è anche utilizzata per il supporto al canto.

Le musiche per surdulina nell'area del Pollino hanno quasi sempre struttura modulare; ogni sonata è data dalla variazione e dalla combinazione di uno o più moduli musicali.

Bibliografia:

2003 - Carmine Salamone, Monografia di Nicola Scaldaferri - Nota Editore www.nota.it