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martedì 28 novembre 2006

Costruzione delle ance doppie per l'oboe popolare


Il primo problema da risolvere, nella costruzione delle ance per l'oboe popolare (totarella, ciaramella, zampogna ad ance doppie, ecc...)), è la selezione delle canne.

A questo proposito alcuni anziani costruttori consigliano di tagliare le canne a gennaio/febbraio in giornate senza luna (in effetti, in quei giorni, le canne hanno un minore contenuto di linfa).

Per la stagionatura le opinioni variano molto (dipende dalla zona di costruzione, dall'altitudine, dal tasso di umidità, ecc...) Alcuni consigliano di farle stagionare per 6 mesi, altri addirittura per 5 anni; tutti consigliano di farle stagionare in un luogo ombreggiato e asciutto, alcuni, di sigillare gli estremi con pece, cera, ecc...., altri, di far stagionare le canne solo dopo aver tolto la parte esterna (con carta vetrata o un pezzo di vetro).

Quali canne? In genere si tratta di canne comuni (Arundo Donax) di "sesso" maschile, ma i costruttori parlano spesso di "Canne Marine" canne, cioè, che crescono in prossimità del mare.

Famose (in Molise e nel Lazio) sono le canne della zona di Terracina (nel Lazio), poi, quelle lucane (del metapontino), le sarde e le siciliane.

Su quali canne tagliare, tra quelle presenti nel luogo di raccolta, si potrebbe scrivere un libro.

Molti sconsigliano di raccogliere quelle presenti ai margini del "cespo", quelle troppo esposte al sole o troppo in ombra. Il criterio dovrebbe essere quello di raccogliere canne che non abbiano subito forti escursioni termiche.

Una volta in possesso delle canne stagionate, occorre lavorarle.

Utensileria minima necessaria: un coltello affilatissimo (es. mozzetti da innestatore), lamette/taglierini o bisturi, carta vetrata di grana molto sottile, tubicini di ottone/rame, spago, resine vegetali (anche qui si varia molto, ma in genere si usa quella di conifere, pece, oppure semplice Vinavil).

In realtà, i costruttori tradizionali dispongono di utensili costruiti ad hoc: sgorbie, lame curve, supporti, ecc...

La dimensione dell'ancia (e quindi della canna da tagliare) dipende dal tipo di ciaramella sulla quale la vuoi montare (molisana, laziale, totarella lucana, pipita, ecc...) e dal tipo di intonazione che le vuoi dare.

In particolare, l'intonazione della ciaramella, la sua capacità di sbavare o meno le note e la quantità d'aria richiesta per suonare le note alte e quelle basse, dipende dalla lunghezza e dalla larghezza in testa dell'ancia (oltre che dalla lunghezza e dal diametro interno del corpo della ciaramella)

In generale, la ance doppie per ciaramella sono lunghe tra i 5 ed i 7 centimetri (tubicino compreso) e larghe in testa tra 1 e 1,5 centimetri.

Pertanto, le canne da utilizzare dovrebbero avere un diametro esterno compreso tra 1.8 e 2.4 centimetri.

Lavorazione:

La canna deve essere divisa in 3 striscioline larghe 2/4 mm in più della larghezza che vuoi dare alla testa dell'ancia, e lunghe 10/15 centimetri.

Appena ottenute le striscie di canna, le metti in acqua appena tiepida per 30 min/1 ora e poi incidi (con una lametta a punta o, meglio, con un bisturi) la metà della parte INTERNA della strisciolina fino a farla in 2 pezzi (qui occorre la mano ferma di un chirurgo).

Bimbi non provate a fare queste cose.

A questo punto, a partire da circa la metà di questi due segmenti, asporti due triangoli di canna dai suoi due lati, in modo da ottenere una sagoma simile all'ancia finale.

Elimina (con molta cautela) la parte interna della metà superiore della canna con una sgorbia tonda (io uso anche dei tubicini di vari diametri con la testa molto molto ben affilata) fino ad asportare anche la sezione del corpo della canna che contiene i canali linfatici (li riconosci guardando in sezione la canna).

A questo punto, la canna dovrebbe essere (in testa) quasi trasparente e pronta ad essere montata sul tubicino.

venerdì 24 novembre 2006

La surdulina nell'area del Pollino



La surdulina o "karamunxia" dell'area del Pollino è un aerofono a sacco di probabile origine balcanica (albanese), dalle dimensioni significativamente più ridotte della zampogna caratteristica di quell'area.

E' caratterizzata da un doppio chanter a canne cilindriche ad ancia semplice, zeppatura del chanter sinistro e dalla lunghezza del bordone che è maggiore di tutte le altre canne.

La zeppatura del chanter sinistro permette - caso unico rispetto alle zampogne dell'Italia centro-meridionale - di produrre lo staccato e le pause, che connotano il repertorio.

E' strumento solista, occasionalmente accompagnato da tamburello ed altri idiofoni.

Frequentemente è anche utilizzata per il supporto al canto.

Le musiche per surdulina nell'area del Pollino hanno quasi sempre struttura modulare; ogni sonata è data dalla variazione e dalla combinazione di uno o più moduli musicali.

Bibliografia:

2003 - Carmine Salamone, Monografia di Nicola Scaldaferri - Nota Editore www.nota.it